Storia Uomo col Piccone

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STORIA  D’UN UOMO COL PICCONE,


D’UN  SINDACO, D’UNA CITTA’


(05.06.2013)

di   aellegì

Questa è una storia come tante.
La storia di un uomo che non c’importa che fosse nero, perché nero o bianco, la disperazione non ha mai colore.
D’una città che se è o non è Milano, nulla cambia: oggi le metropoli son tutte uguali e poteva essere anche New York e nulla sarebbe cambiato.
D’un sindaco ch’è un galantuomo e fa di tutto perché la vita della città che amministra sia per i cittadini che ci vivono, la migliore possibile.
Son le sette d’un mattino d’una primavera che di arrivare, non ne vuol sapere.
Un uomo giovane gira per le vie d’un quartiere con un piccone sulla spalla… non c’è molta gente in giro e qualche serranda, specie dei primi bar mattutini, già sbadiglia prima d’effondere qualche minuto dopo, profumo di caffè e di brioches.
Come quella di quel bar il cui gestore sta mettendo i tavolini fuori e ad uno dei quali si sta sedendo un altro uomo, per il suo caffè, prima di cominciare la sua giornata di lavoro.
Senza ragione, senza motivo alcuno, il nostro primo uomo, il protagonista suo malgrado della storia,  gli sferra una picconata, lasciandolo in una pozza di sangue.
Più in là, a poca distanza di tempo e di luogo, incontra un pensionato che porta a spasso il suo cagnolino per i bisogni del mattino, con guinzaglio e sacchettino igienico per raccoglierne gli escrementi. C’è una picconata anche per lui, una picconata che lascia lo spaurito cagnolino, orfano del suo amico.
Ed il carosello dell’uomo col piccone continua, perché la disperazione non ha mai una logica, né, più che mai, la follia di due occhi sbarrati che mai sapremo cosa vedevano in quei momenti. Qui, non ha alcuna importanza quanto sangue abbia sparso: è stato compito dei verbali di Polizia accertarlo  e dei resoconti dei colleghi di “nera”, raccontarlo.
E’ la storia d’una città, che al mattino, come tutti gli uomini e donne d’una metropoli di qualsiasi parte del mondo, pensano solo a raggiungere il loro posto di lavoro, in macchina con gli occhi fissi sull’auto che li  precede; in metro, corpo a corpo con altri uomini e donne come loro, magari sopportando l’alito di caffè e di tabacco dello sconosciuto che gli sta “contro”; o in bicicletta, attenti a non finire con la ruota nel binario del tram, oppure, camminando, bavero alzato e occhi fissi a terra sull’asfalto del marciapiede, a pensare ai guai comuni di tutti gli uomini e le donne di questa città, come delle altre del nostro mondo…
E gli occhi non s’alzano da terra, e se pure lo fanno, non ci si chiede cosa faccia alle sette del mattino un uomo che cammina con un piccone sulla spalla…
Si può dare la colpa di quanto accaduto  a loro, che non hanno visto, non hanno capito… non hanno prevenuto… non sono intervenuti?…
Questi erano, magari, poveri diavoli con gli stessi problemi e con le stesse paturnie dell’uomo col piccone sulla spalla…
Ma il Sindaco…
Avrebbe voluto che i suoi cittadini fossero stati più svegli e si fossero domandati che ci faceva alle sette del mattino, là, un uomo con un piccone sulla spalla…
E si è chiesto…
“Ma come mai, che nessuno si sia posta la domanda, cosa facesse quello lì e non sia intervenuto…
Apprezziamo il Sindaco! Perché ha voluto spronare la cittadinanza ad essere più vigili, attivi, augurandosi, nei propri cittadini, doti di  “cittadinanza attiva”.
Noi, invece, osiamo chiederci, non…  come mai il nostro uomo col piccone non abbia incontrato un cittadino che si fosse posto quella domanda, ma come mai l’uomo col piccone non abbia incontrato una pattuglia delle Forze dell’Ordine, la quale, per mestiere e per fiuto… la domanda se la sarebbe posta e sarebbe intervenuta…
Al fatto, son seguite, naturalmente, tutte le reazioni di repertorio delle forze politiche: le une e le altre a sfruttare, a fini politici, quei poveri morti e quel povero disgraziato, clandestino, la cui colpa, oltre ad essere quella d’aver fatto una mezza carneficina, risiede anche nel fatto che ha avuto la ventura di capitare in un Paese che non si chiede minimamente cosa possano fare e quale potenziale pericolo possano rappresentare tanti clandestini allo sbaraglio, abbandonati a girovagare in una città dai mille tentacoli…
Tra le polemiche, giustamente si son sentite anche le critiche feroci dei cittadini abbandonati a loro stessi da uno Stato che non opera più per il bene pubblico, perché quasi esautorato e reso impotente da una pseudo politica, soltanto tesa ai suoi tornaconti partitico-elettorali.
Ed allora da più parti si è alzata la voce che invocava l’intervento dell’Esercito…
Ma perché dell’Esercito? E non d’una maggiore presenza, in città, delle Forze dell’Ordine?
E già…
Ma si sa bene che…
Sono anni che Polizia e Carabinieri sono sotto organico perché lo Stato, rivo ormai, da anni, di sicuro timone, abbandonato alle follie  dello “spendi spendi” dei propri politici e degli altrettanto folli rimborsi perfino dei lecca lecca e d’ogni altro oggetto che la classe metapoliticheide  possa mai inventarsi, non ha i soldi per aumentare gli organici delle Forze dell’Ordine.
E si sa anche che questi ragazzi e uomini che sono cittadini come noi e quindi prime vittime d’uno stato di assurdità politica, in forte numero sono assegnati a servizi di scorta – quando non sono servizi, talvolta, di quasi “facchinaggio”…  cosa altamente lesiva della Dignità delle nostre Forze dell’Ordine e che offende anche noi cittadini che anche dai nostri Poliziotti, ci vediamo rappresentati!
Ed i rimanenti?… I rimanenti mandati allo sbaraglio nei movimenti di piazza contro i propri simili o impallinati come beccacce, dal primo disgraziato che fa equazione col nostro uomo col piccone sulla spalla.
Ora, caro Sindaco, noi ti conosciamo, sappiamo il tuo retroterra culturale di uomo democratico e sappiamo quindi, che quando senti esercito nelle città, ti viene l’orticaria…  E nessuno ti dà torto… sì, non sa di buono… hai ragione, ma…
Ma devi ricordare, Sindaco, che  sei un amministratore e quindi, devi esser mosso anche da un certo spirito pragmatico,  hai da esser, diciamolo,  anche un po’ machiavellico nella migliore accezione del termine e sai che la politica- l’arte di amministrare la polis – è, soprattutto, l’arte del compromesso.
Una presenza, quindi, non da sceriffi, ma discreta, di soldati, non armati da fuciloni e mitragliatori messi in bell’evidenza, e guidati dall’esperienza di  un rappresentante delle Forze dell’Ordine, rappresenterebbe un forte deterrente “fisico”, anche se – vogliamo pensare – per i soli possibili atti inconsulti dei  poveri disperati o squilibrati, la cui presenza, nelle nostre strade cittadine è sempre più numerosa ed invadente.
Caro Sindaco, che vuoi farci, se di poliziotti e carabinieri, a poco non ce ne son rimasti manco quei pochi per farli sfilare alla parata del 2 giugno, ai Fori Imperiali?
Ed è da dire che già fanno l’impossibile!
Ma…  le nostre città sono sempre più sguarnite e solinghe e massime, non diciamo di notte, ma anche a tarda sera.
Lo stesso dicasi, poi, per le Forze appartenenti alle Polizie Locali, per le quali, soprattutto per  mancanza di denaro per turni straordinari, è spesso impossibile fruire della loro preziosa collaborazione, la sera, nelle vie deserte delle nostre città.
Ed  allora… vogliamo dar torto al… “volgo” ed anche, in verità a qualche sparuto gruppo  politico che invoca a gran voce di cancellare la spesa per gli inutili ed anche difettosi F 35?
Ma il Governo… ed in verità… tutti i governi e di qualsiasi colore o… “mistura” han fatto, a questa richiesta, orecchie da mercanti.
Ma da quale nemico ci dobbiamo difendere?
Ma non siamo ridicoli!
Tanto, in caso di pericolo o di conflitto, ipotesi relegata ormai, fortunatamente solo nelle pagine dei vecchi libri di storia, dovremmo sempre… sempre – Sì, Signori! – affidarci all’ombrello degli Stati Uniti da cui, sempre abbiamo avuto tali forniture.
Ricordo con tristezza i tempi del mio servizio in armi, quando scoprii con indicibile scorno che i nostri pasti erano cucinati in marmitte con la chiara dicitura “made in Usa”, che parimenti americano era il nostro fucile, il “Garand”, che aveva fatto il suo dovere nella guerra di Corea…. e  poi… passato a noi…  
Non so di quale provenienza fossero i famosi “anfibi” e per fortuna, ma solo per fortuna, le bombe a mano che periodicamente andavamo a lanciare al poligono, erano di italianissima fattura… le famose SRCM, prodotte dalla “Società Romana Costruzioni Meccaniche”.
Ma che volete, quindi, F 35, che tanto siamo sempre gregari degli Stati Uniti?
E con qualche euro risparmiato con gli inutili F35 – ne è previsto l’acquisto di bene 90! – potremmo permetterci non dico molto, ma un paio di lussi… sì.
Quali?
Non dico molto, ma…
Un concorsetto per l’arruolamento di qualche contingente di Carabinieri ed un altro, per un centinaio – non di più! – di assunzioni di nuovi magistrati… affinché quelli esistenti e con i fascicoli fino sopra alla testa, possano lavorare con un po’ di maggiore serenità procurando, così, la diminuzione di quelle vituperate scarcerazioni per decorrenze di termini.
Abbiam chiesto molto??? Siamo stati esagerati?Non crediamo. Ma soprattutto siamo sicuri di interpretare il pensiero di tutti i cittadini normali, quelli comuni, quelli che la casta chiama… “gente”, ma che non pensa con i parametri della politica, ormai lontana dal Paese reale!
E sentite… per piacere, non cominciate con la vecchia solfa che sa tanto di stantia pseudo politica dei tempi andati che, magari, stiamo invocando uno Stato di Polizia, perché, guardate che non attacca più, in quanto, in questo caso, sareste voi a fare della spenta e vecchia  demagogia di genere!
Perché fino a prova contraria, i Poliziotti, non molto tempo fa, si chiamavano Agenti di Pubblica Sicurezza, ove, ci pare insito nel termine, che lo Stato abbia il dovere di assicurare la sicurezza ai propri cittadini e di provvedere , quindi, ai relativi strumenti.

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