Ossequiosamente pensiamo che due sotto il Cupolone ci possano stare stretti
PAGHI 1 E PRENDI 2
DI COSA ? DI PAPI !
(27.05.2013)
di Alfredo Labate Grimaldi
Indipendentemente dal titolo volutamente scherzoso per alleggerire la “quaestio”, ci piace pensare con il dovuto e sentito rispetto per l’Uomo e per quello cha ha rappresentato come Pontefice, che Benedetto XVI abbia ascoltato poco saggi consiglieri, quando ha deciso di alloggiare nella Città del Vaticano in condominio con il Papa “regnante”.
Non certo perché possano – calcisticamente parlando – entrare, insieme, sulla stessa palla, né assolutamente pensiamo che Papa Benedetto possa in qualsiasi misura influenzare l’azione di Papa Francesco, ma semplicemente per una questione di stile che di certo non manca a Benedetto XVI.
Vittorio Emanuele III usava dire, riferendosi a “Bepo” – affettuoso soprannome familiare di Umberto, il Principe di Piemonte, l’erede – che in casa Savoia si regnava “uno alla volta”!
Se non avesse pensato, né detto, né peggio messa in pratica tale condotta, a quest’ora, oggi – e ci asteniamo dal pensare con quali conseguenze, perché non siamo storici e non è questo il luogo preposto – casa Savoia risiederebbe ancora al Palazzo del Quirinale.
Il “re-soldato” – come chiamavano Vittorio Emanuele III per avere in prima persona partecipato alla “Grande Guerra – ha privato, col suo comportamento l’Italia del miglior sovrano mai prodotto da Casa Savoia, cioè, Umberto II.
Ma abbiamo… esondato.
Vogliamo asserire e con chiarezza, che non abbiamo detto – e né assolutamente lo pensiamo – che in Vaticano, ora, “regnino” in due.
Assolutamente no.
Abbiamo troppa stima della grande personalità di Papa Francesco, perché ne fossimo minimamente sfiorati se pur nel solo pensiero, ma certo, è non poco imbarazzante e proprio per lo stesso Francesco, avere, fra le stesse mura, a solo un paio di centinaia di metri di distanza – quasi sotto lo stesso tetto – un uomo che… ancora indossa a tutti gli effetti l’abito bianco proprio dei papi!
E non ci si dica, per piacere che, Benedetto XVI, però, non indossa la mantellina… perché ci vien lecito e spontaneo, allora domandarci…
“Ma sentite… che forse basta una sola… “mantellina”, per non essere e non sembrar più Papa???”
Vogliamo credere – anzi ne siamo convinti! – che il più imbarazzato di tutti, sia proprio lo stesso Benedetto. Ed anche in questo, il saggio e sant’uomo è stato mal consigliato!
Si poteva, senz’altro, scegliere un abito più consono alla novità storica dell’evento, abito sempre dignitoso ed in linea con il passato da pontefice, ma che doveva, opportunamente, staccarsi dalle bianche vesti proprie d’un papa!
Prima, scherzando, dicevamo che in due, sotto il Cupolone, pensiamo che ci si stia un po’ strettini, ma temiamo che dovrà esser peggio, per il palazzo di Castelgandolfo, in estate…
Oppure i due pontefici saranno costretti a comportarsi come gli acquirenti delle multiproprietà, cioè… si divideranno i periodi… Della serie… Io faccio luglio e tu, agosto???
Oppure, convivranno ancor maggiormente gomito a gomito?
E di domenica, il buon Bergoglio, non si sentirà, forse… in obbligo di invitare al desco festivo il predecessore e, magari, farlo affacciare, insieme a lui, al balcone delle benedizioni, per la gioia dei fedeli, dei turisti e dei curiosi di Castelgandolfo?
Nulla di male, certo… una manna, anzi, per i colleghi che riempirebbero di foto storiche le pagine dei settimanali di evasione, ma…
Sì, ma, dite, non può sembrare, veramente una… diciamo quasi… pseudo ingerenza, quella che hanno quasi imposto al buon Benedetto?
Insomma, per quanto moderni ed aperti crediamo d’essere ed anzi vogliamo essere, la Storia, ci pare, avrebbe veramente uno scossone troppo forte, anche se solo, diciamo, sotto l’aspetto formale.
Ma noi siamo del parere che, spesso – ed in talune cose, certamente! – la forma acquisti il precipuo valore di… “substantia” e nel più profondo del significato della parola.
Con quale intelletto, l’entourage di Papa Benedetto gli abbia consigliato di seguire una certa “politica” che osiamo qualificare quasi come…“politica della suocera”, non sappiamo.
E qui, non crediamo ci sia la necessità di spiegar oltre, (cioè quale sia la politica della suocera), perché di suocere tutti ne conosciamo e forse, ne abbiamo ancora una che, specie nei pranzi domenicali, o in villeggiatura, non aspetta alcun invito, ma si… autocandida all’invito!
E… peggio, pare, ed anzi, non ci pare, ma ci sembra sia ormai sicuro, che, sempre in Vaticano, con Benedetto, ci venga ad abitare pure il fratello Georg…
Qui, crediamo di ricordare il non raro caso, quando la suocera, poi, sua sponte, decida di portare in villeggiatura con noi, anche la… zia Cesira, sua sorella, perché… è vedova… i suoi figli non ce la vogliono… e sarebbe un peccato di Dio, lasciarla, poverina, tutta sola a casa!…
Insomma, che per motivi di salute, si sia voluta operare la scelta “storica” delle dimissioni, tanto di cappello per un Uomo che ha saputo vedere da solo e con rammarico e sacificio, che era giunto il momento di non poter chiedere di più alle proprie forze e va bene; ma fra questo e… “convivere”, c’è una differenza, eccome!
Lo ribadiamo: ne siamo certissimi, che Benedetto osserverà la condotta che sin dall’annuncio delle dimissioni si è programmata ed imposta: il silenzio, la preghiera, lo studio, lo scrivere.
Ma temiamo, povero sant’ Uomo, che anche se il proposito è certamente quello della più attenta discrezione, finirà, volente o nolente, data la vicinanza, quasi di star col fiato sul collo del proprio successore!
Papa Bergoglio, da quel sant’uomo e signore che è, non ha battuto ciglio alla notizia della “convivenza”, anzi ha accolto il suo “coinquilino” – reduce da Castelgandolfo – fra le mura del Vaticano, e nulla è successo e nulla succederà di fastidioso.
Ma, certo, la cosa è del tutto nuova , strana, curiosa, oseremmo dire – passatecelo! – e un qualche imbarazzo, senz’altro in determinate circostanze, affiorerà: perché non c’è, a sostegno di un qualsiasi comportamento al riguardo, alcun precedente storico, alcuna consolidata prassi… perché non ci si potrà negare che a poche centinaia di metri – parliamo chiaro! – c’è un Papa, vivo e vegeto, anche se ex!
Ciò, pensiamo, possa accadere, oltre che come imbarazzo, ancor più come serio interrogativo e, per esempio, per alcuni Capi di Stato in visita a Papa Bergoglio: potrebbero sentirsi in dovere anche di salutare il vecchio Papa, con il quale, magari, hanno intessuto rapporti nei tempi andati: o tale, certamente, sarà l’interrogativo che si porranno la Segreteria di Stato e le diplomazie relative.
Vogliamo pensare, anzi sperare che presto qualche saggio benpensante vorrà consigliare a Papa Benedetto di lasciare il Vaticano e di fare quel che tutti si sarebbero aspettati ch’Egli facesse: tornare, cioè, nella amata Baviera, in un posto ameno di quella splendida terra natia, la cui aria, il cui silenzio, la cui discrezione della gente, senz’altro avrebbe giovato alla sua salute, al suo spirito, ai suoi sudi.
Noi pensiamo che ce lo dobbiamo augurare, nel Suo interesse e nel rispetto dovuto pure nei riguardi del suo successore.
Ed anche perché, il passo delle dimissioni già ha fatto scalpore, segnando la Storia e facendo già Storia. E non vorremmo che ad esso, pur dettato da causa di forza maggiore, si accompagnasse la scelta di una residenza che imbarazza e che, anche storicamente, a nostro modestissimo avviso, forse, stride.