SlotMachines

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La gente si suicida con le macchinette rovina-famiglie e lo Stato incassa


Stato Biscazziere?


Pare che  abbiamo bisogno di quei soldi allora forse meglio uno Stato lenone


(21.05.2013)

di  Alfredo Labate Grimaldi

 

Un uomo dichiarato affetto da ludopatia pare abbia richiesto un ingente risarcimento danni  in euro, allo Stato italiano.

La notizia può essere considerata sensazionale o una bufala: non lo è.

Se consideriamo che l’occasione fa l’uomo ladro, specie per l’uomo debole e che la tentazione di centinaia di sale Bingo o solo dedicate alle slot-machines, volgarmente chiamate “macchinette”, in coppia con lo stato di crisi del Paese e quindi di disagio economico di centinaia di migliaia di uomini  che han perso il lavoro o giovani disoccupati, può provocare chiaramente un richiamo da canto delle sirene ed una volta che si è entrati…  ecco che il gioco è fatto.

Quello che vogliono i concessionari delle cosiddette macchinette – tutti e tutto in regola, s’intende e nessuno lo nega! – a cui lo Stato tiene bordone, prendendosi la relativa percentuale.

Questo di cui parliamo, la ludopatia, è un male uguale alla droga e come qualsiasi droga, provoca assuefazione e quindi dipendenza.

E non è l’unica cosa, paragonata alla droga, su cui lo Stato ci fa il suo guadagno.

Paragonabile alla droga è il fumo di sigarette, monopolio dello Stato.

Paragonabile parimenti alle droghe, quando il suo uso è smodato, è il vino. Ma lo Stato è lungi da far alcuna campagna in merito che spinga alla moderazione nel bere. E ci consta che specie nel campo dei minori, l’assumere vino ed anche superalcolici sta segnando una pericolosa curva in salita.

Tornando allo Stato che quasi abbiamo definito biscazziere, non ‘è da dichiararsi stupiti od offesi, perché il gioco delle slot-machines è considerato puro gioco d’azzardo e se lo Stato stesso non pone alcun argine in merito, e traendone pure relativo lucro, questa è una equazione matematica, non altro e quindi non ci si scandalizzi del nostro appellativo.

Recentemente i sindaci di alcune città italiane,  Milano, Napoli, Bari, Verona ed anche Parma, si sono dichiarati inermi per poter anche se minimamente osteggiare il fenomeno dell’apertura a ripetizione di sale-gioco, in quanto non hanno alcun mezzo onde evitare il proliferarsi di detti locali: per l’apertura dei quali essi, infatti,  non devono dare alcun permesso. Si sono riuniti in un spot-appello educativo contro il gioco d’azzardo. Non ci risulta che nulla abbia fatto,  in merito, lo Stato.

A nessuno sfugge il male canceroso che operano le famose macchinette fra la gente più debole, più a rischio, più disperata.

Le cronache dei giornali sono piene di uomini che hanno mandato in fumo in una giornata sola, l’intero stipendio…  di uomini che non si ritirano più a casa e passano interi pomeriggi nei bar a giocare a macchinette e poi tornano a casa, dalle mogli, senza un soldo in tasca. Ed ai giusti rimproveri,  giù botte o anche peggio…

Le cronache son piene di uomini che per le macchinette hanno perduto il lavoro o, peggio, hanno sottratto soldi dalle casse del proprio luogo di lavoro per continuare a giocare o con la pia illusione di poter… rimettere a posto il “maltolto”…

Le cronache son piene delle storie di giovanotti che per continuare a giocare alle  macchinette, illudendosi di rifarsi delle cospicue perdite, picchiano i genitori che negano loro gli ultimi spiccioli di una ben magra pensione…

Questa è realtà di ogni giorno, delle nostre cronache e dei verbali delle stazioni dei Carabinieri.

Non trascurando l’esempio che vien portato in un vassoio d’argento ai ragazzi…  E val poco ed è un’autentica buffonata non accordare il permesso di aver macchinette ai bar in un certo raggio di territorio ove esistono  scuole. Come deterrente … è semplicemente  ridicolo e dà la netta sensazione della somministrazione di un placebo; misura adottata tanto per far vedere che s’è fatto qualcosa. Che lo Stato, cioè,  non si è sottratto al suo compito istituzionale di protettore della gioventù e di suo educatore (sic!).

Il vizio delle cosiddette macchinette ha portato a decine di migliaia di separazioni legali, allo sfascio di altrettante famiglie una volta felici, ed al barbonismo di tanti e tanti uomini che ora sono andati ad ingrossare la già cospicua folla di disperati che di giorno girano e che di notte cercano di trovare un rifugio notturno nelle stazioni delle nostre città!

Nelle migliori delle ipotesi, questi novelli ed ultimi barboni – quelli “fabbricati” dalle macchinette – ancora riescono ad… “abitare nelle loro scassatissime automobili, ma… ancora per poco, perché il destino è segnato e la discesa è precipitosa.

Non capiamo come uno Stato qualsiasi possa non vedere e quindi ignorare questa realtà e queste asociali conseguenze.

Non riusciamo a capire  che uno Stato che adotta  e per legge c’impone talvolta ridicole misure di sicurezza per il bene, appunto, dei cittadini, possa ignorare,al contrario, queste macroscopiche situazioni critiche e veramente pericolose per il cittadino singolo, quanto per la collettività intera e del suo benessere fisico e morale.

Ed allora, cosa dobbiamo pensare? Che faccia gola il guadagno che ne ricava? Ma non sono forse soldi comunque spesso bagnati dal sangue di povera gente, di povere famiglie ed anche di insospettabili casalinghe? Al riguardo si è appurato che una casalinga su quattro è usa a frequentare con pericolosa frequenza queste  sale da gioco o il baretto sotto casa che abbia la sua brava “macchinetta”.

Già al riguardo, avemmo, in un nostro pezzo di anni fa, occasione di criticare, anzi, di aborrire il vizio dello Stato gestore di giochi, riguardo agli innumerevoli  “gratta e vinci”, di cui i poveri pensionati facevano –ed ancora fanno! – un abituale uso, perdendo quel poco di pensione che ancora può rimanere nelle loro tasche, dopo aver pagato l’affitto e fatto la spesa.

Già allora indicammo spregevole che uno Stato accumulasse un tesoretto con i proventi dei “gratta e vinci” e ne sbandierasse l’impiego non so per quale uso sociale, sì, ma sottacendone la provenienza: e per carità di patria, non andiamo oltre nei particolari.

Già d’allora, con dolore, esplicitammo quanta pena ci facevano le vecchiette che “grattavano” fuori dai bar…

La scena oggi non è mutata! A questa scena si somma quella di queste sale scintillanti dai colori invitanti come a Las Vegas (e quante di queste sale – ahinoi – son state non molti anni fa, gloriose sale cinematografiche o storici teatri!) oppure di innocentissimi  bar ove il sorbire una tranquilla tazzina di caffè viene bruscamente ammorbata dal l’assordante metallico rumore di cento e cento monete che a cascata scendono nelle mani del giocatore… E ci dà fastidio e pena, perché…

Perché sappiamo che questa è l’inizio della rovina, o, peggio, il persistere del vizio!

Ma dice che lo Stato abbia bisogno di quei soldi…

Anzitutto, lo stato di bisogno non giustifica alcun mezzo per procurarsi del denaro: allora lo Stato si mette al pari di quel disonesto e disamorato marito che, pur di mangiare, manda la propria moglie sul marciapiedi!

Ed al riguardo, allora, vogliamo esser provocatori!

Lo Stato, allora,  lasci stare il mestiere di biscazziere che porta alla rovina tanti e tanti cittadini ed è anche fonte di altri reati che poi si commettono a catena e da “biscazziere”, si faccia “lenone”… sì… pappone!…

Almeno non fa male a nessuno e, in un certo senso, fa in modo che anche delle donne dedite ad un certo lavoro – che è un lavoro come tanti altri e non privo, certo,  di dignità – possano aiutare il magro bilancio dello Stato!

Lo ripetiamo: tra uno Stato, diciamo… “biscazziere” ed uno Stato, diciamo “lenone”…  crediamo  sia preferibile, anzi, propugnabile, quest’ultimo. Così facendo, non si rovina nessuno e si, invece, “igienizzano” le strade delle nostre città levando, in più, questo commercio dalle mani della malavita organizzata.

Bisognerebbe, insomma, tornare a pensare di fare un passo indietro, per farne due avanti e cioè ripensare la famosa legge Merlin, specie ora che non siamo più in quell’Italia bacchettona  anni cinquanta ed in tempi in qui si spera il Tevere si sia allargato e, quindi, godiamo di una maggiore libertà dallo Stato “d’oltretevere”….

Il gettito fiscale sarebbe giusto ed assicurato. Parimenti assicurata sarebbe la salute dei cittadini e si eliminerebbe il guadagno netto dalle mani degli sfruttatori e si darebbe e nel vero senso della parola la libertà alle Donne.

Perché vogliamo parlare proprio della libertà delle Donne, perché oggi è proprio grazie a  questa normativa legislativa che finge che il problema non esista, che la libertà delle donne è oltraggiata e messa sotto i piedi! Oggi Le donne spesso “devono” fare quel mestiere, minacciate dai propri uomini o dagli sfruttatori e le povere ragazze dell’est Europa cha credevano di raggiungere in Italia il loro Eden, si son trovate dopo dei giorni appena, schiave, ricattate, tumefatte e  magari incinte, sul marciapiede!

E questo  per una Donna, significa esser Libera?…

Ma perché dobbiamo, farisaicamente,  nasconderci dietro un dito? Ed è inutile appellarci all’abominio della donna oggetto. Perché quel mestiere non perirà mai ed allora è bene legiferare in nome, appunto, della libertà, della dignità e della libera scelta di ogni donna.

Quando c’erano i postriboli di Stato, nessuno mai ne ha condotta una, là, con la forza.

Per di più, i postriboli, appunto, sono antichi quanto la Storia.

Ieri erano famosi quelli di Roma, quelli di Pompei, oggi quelli degli avanzati e civili Paesi dell’Europa del Nord…

Ma già… noi siamo civili…

Preferiamo, infatti, tenere le sale da gioco.

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