di nuovo il presidente della repubblica

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L’Italia ormai allo sfacelo e senza più vergogna

I partiti non sanno fare un nuovo presidente e

rieleggono Napolitano


Chi glielo dirà all’Europa, ai mercati, al mondo…

(20.04.2013)

di  Alfredo Labate Grimaldi

Oramai  siamo allo sfascio più completo, allo sbando, al fallimento.
Una classe politica che non riesce a fare un nuovo Presidente, si perde in dispettucci  da asilo infantile, imboscate,  ed alla fine non le rimane che chiedere aiuto – come quando il compagnuccio di giochi ci ha fatto uno sgarbo – e corriamo da papà.
Come ragazzini, stamattina tutti a correre al Quirinale da papà Napolitano a chiedergli aiuto.
E che poteva fare il buon papà Giorgio  – che pure di sbagli ne ha fatti alcuni in questa ultimissima fase politica! – che poteva fare il buon papà se non correre in aiuto dei ragazzi senza giudizio e dire che sì, era pronto, pur di salvare il Paese ad essere rieletto alla tenera età di 88 anni?
Quale padre non è pronto a sacrificarsi per i figli?
Ma anche qui, crediamo che un papà più severo avrebbe potuto tirar le orecchie a tutti e riportarli a giudizio. Perché ad esser troppo buoni, i figli non maturano mai…
Andiamo un attimo indietro.
Quando Napolitano ha dato l’incarico a Monti,  doveva esigere che oltre a metter  le pezze alla nostra economia, doveva anche – “conditio sine qua non” – metter mano alla legge elettorale. Altrimenti a fine mandato Monti, a nuove elezioni, ci saremmo trovati di nuovo in braghe di tela.
Ma Monti ha preferito imboccare solo la via dell’economia. Altrimenti, metter mano alla legge elettorale, il suo governo avrebbe corso seri rischi: ed ha preferito non correrli.
Le elezioni hanno dato il risultato che si paventava…
E nessun’altra tornata elettorale, signori,  ci farebbe uscire dal pantano!
Bersani,  “eletto perdente”,  ha chiesto a Napolitano un incarico in bianco: cioè, che se non avesse avuto i numeri – ed i numeri non li aveva – i voti li avrebbe chiesti direttamente in Parlamento: e li avrebbe trovati!
Perché alcuno si sarebbe preso la responsabilità di dire NO a provvedimenti legislativi ampiamente condivisibili  da tutti, perché di forte valenza sociale e popolare.
Errore imperdonabile, quindi, quello di Napolitano, di non tentare la carta Bersani spedito in Parlamento senza numeri.
La situazione richiedeva il coraggio di rischiare: Bersani lo chiedeva, credeva – una volta tanto – di averlo trovato il coraggio, ma Giorgio gli ha detto di no, legato ad una obsoleta, assurda  prassi parlamentare, per cui non si manda allo sbando un governo che non ha i numeri  già acquisiti.
Poi… vista nessuna via d’uscita, Napolitano s’inventa dieci saggi (sic!!!…) per fare cosa? Per dipanare la matassa? Noo! Perché indichino il da farsi…
Ma… scusate, ma ci volevano dieci saggi, perché indicassero le priorità di cui ha bisogno il Paese?
E alla fine?
I saggi hanno indicato di cosa avesse bisogno l’Italia, (cosa che avrebbe fatto non in dieci giorni, ma in dieci minuti la nostra cara “sciura maria”), hanno consegnato il compitino a Napolitano e poi????
Poi…  embé… era già trascorso troppo tempo perché si potesse riprendere il discorso della formazione del governo e quindi, Napolitano ha mandato tutti a casa e che si aspettasse l’ormai imminente 18 aprile, apertura dei giochi del Quirinale.
Ecco gli errori madornali di Napolitano: il non dare l’incarico a Bersani  e la voluta, inutile e chiara perdita di tempo dei dieci cosiddetti saggi!
E siamo allo scandalo di queste ore.
In due giorni, il PD ormai allo sbando, alla sua Caporetto, in due giorni brucia due nomi di papabili e, dopo aver per giorni corteggiato i grillini per la formazione di un governo pur di non formarlo col Berlusca , ora – col Berlusca! – si appresta a fare il Presidente della Repubblica, in cambio di… un governo diciamo “utile” in relazione alle beghe giudiziarie dell’ex presidente del Consiglio.
Questo, quando i grillini, che Bersani aveva corteggiato per ottener voti per un suo governo, gli offrivano, per il Quirinale, su di un piatto dì’argento un nome adamantino quale quello del prof. Stefano Rodotà, fra l’altro, padre fondatore dell’ex PDS.
Ma questi son fusi dalla nascita, oppure son le sacre stanze del potere che son piene di oppiacei fumi???
La piazza grida… Rodotà… sarebbe  fatto in un pomeriggio il Presidente e il Bersa che fa? Corre a piangere da papà Giorgio…
Lo imitano tutti i “ragazzi della via Pal” ed ecco che si è consuma la vergogna.
NON di aver rieletto Napolitano (perché se un dolce mi piace, perché non prendermene un’altra fetta?), ma la vergogna di NON riuscire ad eleggere un presidente della Repubblica. E di dover ricorrere a quello uscente.
Ma chi glielo spiega al mondo???
Qui, Signori, o si RIFONDA l’ITALIA, o, veramente, fra poco sarà bancarotta e ci toccherà portare i registri in tribunale!
Altro – come dice il comico… – che ci vuole la rivoluzione francese senza ghigliottina.
Qui, ci pare che ci vuole anche la ghigliottina, oppure…
Oppure, un paio di calci in culo a tutti quanti e chiamare in Parlamento, per ritrovare SERIETA’,
le “DONNE d’Italia”!!!

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