“Le Noterelle di Alagrim”
IL MIO CAFFETTINO AL GINSENG
PENSIONI D’ORO PENSIONI DI LEGNO
E IL BIDET A CASA DI ANGELINO
10.08.2013
di Alfredo Labate Grimaldi
Scena: Il bar del mio amico Giovanni, da me chiamato John John, e da una mia amica soprannominato ancor meglio… “il chiacchierone”, dato che non spiccica una parola, se non il minimo indispensabile per svolgere il suo lavoro in maniera inappuntabile.
Ma io… l’ho fatto parlare! E siamo diventati amici. Con me ha tirato fuori tutta la sua insospettata ironia, la sua cultura, la sua simpatia ed a parlare insieme – almeno io spero che sia così anche da parte sua – ci troviamo bene e qualche volta ci divertiamo pure.
Ma l’altro giorno, “il chiacchierone” non c’era…
Ordino il mio caffettino al ginseng, prendo il mio “Il Giorno” e mi appresto a sorseggiare e a leggere.
Dietro al mio tavolino, quello di due uomini anziani, con il loro bianchino davanti.
Qui, solo i pensionati si permettono il bianchino al mattino,ma gli altri, quelli che lavorano, solo il caffè e via.
<Hai capito???…> diceva l’uno <ora quello che avevano levato ai pensionati d’oro, gli vien restituito! Sentenza della Corte Costituzionale!> – e pronunciando quel… Corte Costituzionale quasi lo sillabò ironicamente e si sentiva che lo spirito non era dei più benevoli – < Hai capitooo???>
L’altro, più quieto, gli fa…<E per via?>
<Per via che han detto che levarci qualche euro ai pensionati d’oro, era … ”a n t i c o s t i t u z i o n a l e!!!>.
E questo, sempre detto… sillabando e solennemente! Ma… – diciamocelo! –… incazzato!
E continua…
< E a me , era COSTITUZIONALE… che con “milcincent francs al meès” chel professur de la malora… sì…. sì. chel de l’Università… m’ha levato per due anni … l’INDICIZZAZIONE???…> Anche qui… sillabando e solennemente incazzato!
E il più calmo… <Si vede che quelle son d’oro e la tua è un pension de legn! Dai… bèv.. bèv!>
Il discorso era interessante, aveva un non so che di teatrale, direi, ma la “substantia” c’era… eccome!
Ormai, lo confesso, fingevo di leggere e m’ero dimenticato anche del ginsenghino… ma… sentivo… e… sì che sentivo!!!
<E poi… – continua “l’incazzato”- chiamiamolo così! – < sai chel che ma dì el Ciapùn… sì chel che l’a la buteghe di ferrament… m’ha dì che sul guadagno… ripeto sul guadagno… arrive a paja’ el 60 per cent de tass!!!… hai capìììt???>
Il primo gridava – e che vuoi leggere il mio giornale! – il suo bianchino era lì, imbevuto come il mio caffettino al ginseng, l’altro… ascoltava e beveva… assentendo… ed ogni tanto mugugnava qualcosa d’incomprensibile, ma di approvazione. Poi ad un tratto, quasi come avesse preso coraggio, – ma forse perché il bianchino l’aveva finito – di botto prese a parlare…
<Senti… -fece all’amico – tu sai che mia moglie c’ha una sorella che ha sposato un Siciliano e stanno laggiù; lui è Guardia Forestale – non so laggiù quanti ce ne stanno di Guardie Forestali, come la Sicilia fosse tutta una foresta… la “Foresta Nera”… – mah! >– parlava – al contrario dell’amico che gridava – parlava pacato, calmo, sottovoce, quasi come recitasse una preghiera… –
<Embé, l’altra mattina mia moglie telefona alla sorella e questa tutta agitata le dice…” No, Enia, non ti posso dar retta ch’è arrivata l’acqua!” E quasi le chiude il telefono in faccia. Poi, la sera le telefona tutta distesa, anzi… felicissima e le dice che… aveva fatto tutto, proprio tutto…non so quanti bucati, tutti di famiglia s’erano fatte non so quante docce ed ora si sentiva una donna felice. E spiega che… là… in alcune zone – lei sta ad Agrigento, proprio di dov’è l’Angelino Alfano, il vice-presidente del Governo, là l’acqua l’hanno ogni due, tre giorni e quando arriva… è ‘na festa, perché si fanno tutte le cose di casa che non si son potute fare a rubinetti secchi… Dice che s’arrangicchiano con qualche serbatoio sulle case, ma è poca cosa e quando manca per più giorni, arriva l’autobotte e tutti a darsi da fare (anche sborsando quattrini… ) e intorno all’autobotte, tutti i ragazzini a far festa, come fosse una carro di carnevale…! Hai capito?> E pacato continua… <Ora… dico io… tu Stato ti prendi il 60% di tasse e non dai i servizi essenziali come l’acqua? E non ti vergogni???>
Ci fu una pausa di silenzio, quasi come fosse stata prevista dal regista del copione…
<E io sai che farei, se fossi tuo cognato?> ribatte pronto e, chiaramente ad alta voce, sghignazzando e tutto rubizzo in volto, l’altro, diciamo… “l’incazzoso”…
<Mi presenterei una mattina a casa di Angelino Alfano e con asciugamanino da bidet, pulito in mano, educatamente a chi mia aprisse la porta, direi…
“Signo’, scusate… ‘a faccia m’a posso pulizza’ co nu’ poco de sputazza… ma ‘o bidé, Signo’, chillo… nunn’ è possibile!
Signò, dicintencille vuie a ‘o Presidente ca…
…me so’ venuto a fa’ o bidè, a casa soia!”
E giù a sghignazzare e a ridere rumorosamente, anzi platealmente.
Io, ormai quasi della partita, non ne potetti fare a meno, d’unirmi a lui…ma con un applauso.
L’amico rimase imperturbabile…
L’incazzoso, ancora soddisfatto del plauso ricevuto dalla sua battuta, d’un colpo si cacciò in gola il calicino di bianco, ma quasi senza voglia: gli era bastato a soddisfarlo, il mio applauso.
Si alzarono e se ne andarono…
Il mio caffettino al ginseng era diventato imbevibile; “Il Giorno” era rimasto alla prima pagina e non c’avevo, ormai voglia di leggere le solite minchiate che dicono tutti i Governi. Non ne avevo più voglia… pagai il mio euro e trenta dell’imbevuto ginsenghino e presi la strada di casa.
Notai soltanto che… camminavo lento… un po’ incurvato e che guardavo a terra…
Ma, quel ch’è peggio, non sapevo… se piangere o ridere.