con… GIANNI BERNARDO
La voce del vento di Pantelleria
a cura del Direttore (09.07.2008)
Scorso mese di aprile… in un camerino di teatro, dopo lo spettacolo, per i lettori di Altrastampa, incontriamo Gianni Bernardo.
C’è, come sempre, nei camerini dopo lo spettacolo, grande animazione: estimatori, amici, voci, complimenti, euforia per una serata riuscita.
C’è caos e noi vogliamo avere un colloquio pacato con Bernardo; rimandiamo a dopo.
Passata una mezzora, la calca è finita, terminato pure il rituale delle strette di mano, delle pacche sulla spalla, dei “bravo!”, delle firme sul CD. E rimangono solo alcuni tra i più stretti collaboratori.
Mano a mano, poi, se ne vanno anche loro e rimaniamo, soli, Gianni Bernardo, noi e… l’addetto alla chiusura dell’ingresso “Camerini Artisti”.
Quello che cercavamo!
Allora, Gianni Bernardo, si racconti… ci dica… chi è Gianni Bernardo!Sin da ragazzo, cioè sin da quando vivevo a Pantelleria dove sono nato, io “sapevo” che avrei fatto qualcosa di artistico nella mia vita.
Anzitutto, perché in famiglia c’erano vari stimoli in tal senso, specie nel campo della musica e poi perché… perché uno queste cose se le sente… vi è fatalmente attratto. Tanto che da ragazzino, invece di collezionare le classiche figurine dei calciatori, io facevo la raccolta delle fotografie degli attori.
Dopo aver terminato gli studi lì a Pantelleria, ho sentito che l’ambiente mi era diventato stretto, ed allora sono andato via.
E una sera… a Reggio Emilia, mi son trovato in cartellone, con… Franca Valeri!…
Va bene, poi è venuto il teatro nella compagnia stabile della città dove sono andato a stare, ma sentivo che il mio campo di espressione non si doveva esaurire con il teatro.
E che c’era anche la musica!
Nel senso che sentivo di dovermi esprimere con una mia particolare poetica legata alle mie origini, con un sottofondo di musica: cioè la canzone.
E sentivo ch’era uno stimolo impellente: sentivo che dovevo tirar fuori tutto quello che avevo racchiuso dentro e somatizzato nei vent’anni trascorsi nella mia isola di Pantelleria. Il vento… il vento di Pantelleria, il sole, la solitudine, gli odori ed anche -perché no- questa specie di acredine che avevo verso il mondo esterno.
Non può negare, però, Bernardo, che con il teatro, con la “Compagnia Teatro Finestra” , avete mietuto successi e specie in Festival internazionali!
Per carità, sì, certo, non lo nego, ma devo dire che le soddisfazioni che maggiormente ricordo – nonostante i successi teatrali – sono quelle legate ai miei spettacoli personali, quelli di canzoni: che sono canzoni di cui scrivo, curo i testi, quindi è la mia anima che vi si rivela, sono i miei sentimenti, le mie angosce, i miei sogni, le mie visioni oniriche. Mentre per il teatro, sono chiamato a rappresentare ciò che ha sentito e, quindi, scritto un altro.Finora, abbiamo parlato di Gianni Bernardo “artista”, ma ora vogliamo che il nostro “occhio di bue” si fermi su Gianni Bernardo, autore e cantante.
La correggo: Gianni Bernardo autore, sì, Gianni Bernardo cantante… “nì”!
E lo dico, perché non mi considero tale, – o meglio, forse, non voglio considerarmi tale – ma un “interprete”: perché io dico ciò che ho sentito quando ho scritto e che sento in quel momento.
Forse, allora, qui, torna in superficie quello che avevamo prima voluto affossare… cioè, Bernardo attore!
Bè… sì, può darsi, anzi certamente. Perché, poi, i modi di esprimersi sono molteplici, ma l’artista è sempre un “unicum” e non lo si può spezzettare. Ed io, bè, lo ammetto, sono sostanzialmente un uomo di teatro e come tale mi comporto nella canzone. Essa non è un divertissement, ma diciamo che è una componente dell’uomo di teatro.Ci parli un attimo del suo CD!
Si chiama “C’è un’isola in mezzo al mare” ed è chiaro il riferimento a Pantelleria, il mio luogo natale. E le canzoni del CD sono in lingua “pantesca”, appunto la lingua dell’isola di Pantelleria, ben diversa dal “Siciliano” tout-court”, anche se un orecchio non allenato, può confondere le due lingue.
Gianni Bernardo, oggi è di moda tipizzare la musica, etichettarla. Ora, ci dica lei, semplicemente, che tipo di musica lei canta.
Vede, la mia canzone appartiene al genere “pop-etnico” dove, appunto, l’etnico vero e proprio, si sposa con la canzone popolare: ove mi piace intendere l’attributo “popolare”, nella accezione più ampia del termine, senza assolutamente sconfinare, sia ben chiaro, nel folk che è tutt’altra cosa, e che io seguivo agli inizi della carriera, prima di una certa naturale crescita e, quindi, evoluzione.
Bernardo, senta, se i lettori d’Europa – perché vede, il nostro giornale è letto in molti Paesi d’Europa ed anche, in verità, oltre – volessero sentire la sua musica… facciamo una cosa… li stuzzichi!
Va bene, non si preoccupi ora li stuzzicheremo e faremo sentire qualcosa! Però, diciamo che nell’isola di Pantelleria, naturalmente, non mancano mai nei vari punti vendita, i miei dischi.
Ma ecco accontentati i Suoi lettori, perché, se vanno sul mio sito, cliccando, appunto
potranno sentire un piccolo assaggio delle mie canzoni.
E così, abbiamo accontentato i lettori del Suo Giornale.
Dopo di che, se si trovasse qualche lettore interessato, od anche semplicemente per inviarmi qualche commento, possono scrivermi, e la mia e-mail la trovano sempre all’interno del mio sito.
Progetti per l’immediato futuro?
Un mio lavoro teatrale, un recital, e debutterò a Pantelleria ai primi di agosto, nel castello Barbacane. Un lavoro nuovo -non ha ancora titolo infatti- ed argomenta fatti e situazioni di oggi che partono, come spunto, sempre dalla mia isola, ma si dipanano, poi, su di un più vasto ed ampio territorio.
Tutti gli artisti hanno un “sogno nel cassetto”. Gianni Bernardo… il suo?
Lo confesso… ce l’ho!
E’ un progetto che credo estremamente interessante: un viaggio… un itinerario. Un itinerario musicale che colleghi tutte le isole minori italiane, su, fino a quelle della Toscana: una specie di nave ideale che parta dal porto di Pantelleria e che tocchi, poi, tutti i porti delle altre isole. Un viaggio, diciamo, “musico-teatrale”, condito dalla insularità delle cose della vita: “insularità” spesso dimenticata e quindi riportata alla luce, attraverso la musica ed il teatro.
Gianni Bernardo, grazie e… “BUON VENTO”!