Giovannino Guareschi…

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Giovannino Guareschi…

don Camillo o Peppone?

a cura di  Maria Giovanna Iannizzi (07.07.2008)

Siamo alle solite. Un profeta non è mai accettato in casa propria.
Guareschi è stato sempre un polemista accanito contro tutto e contro tutti eppure adesso, in occasione del centenario della sua nascita, politici e uomini di cultura fanno a gara per onorarlo.
Il “dannato rompiscatole il cui principale scopo par quello di riuscire odioso a tutti” torna ad interessare con la modestia e la saggezza della sua penna e degli interpreti dei suoi romanzi che, ormai da tempo, fanno parte dell’immaginario collettivo.
L’indimenticabile saga del “Mondo Piccolo” continua a presentarci l’uomo Guareschi attraverso i personaggi, il malcontento politico attraverso la satira, la verità sulla storia attraverso il racconto, anche cinematografico. Perché Guareschi sapeva bene dove voleva arrivare, così bene che, pur essendo moderato nel suo bellicismo, non ha potuto evitare la guerra (ha conosciuto persino un campo di concentramento nel 1943) e la prigione.
È stato, infatti, condannato per aver diffamato non solo Benito Mussolini nel 1942 ma anche il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel ’50 e il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi nel ’54.
Il rapporto di Guareschi con il potere è stato sempre controverso e non a caso la sua penna è pungente fin dalle prime collaborazioni giornalistiche.
 “Non muoio neanche se mi ammazzano” aveva dichiarato tra il serio ed il faceto.
E sembra quasi di udire (o leggere) don Camillo e Peppone, il prete che parla col Cristo in croce e si adira coi comunisti o il comunista che parla con Marx e si adira coi preti.
I 347 racconti del “Mondo Piccolo” quasi tutti pubblicati su “Candido” (la rivista satirica fondata da Guareschi) e poi raccolti in otto libri sono una vera e propria autobiografia. Guareschi parla di sé attraverso le vicende umoristiche del piccolo centro della bassa padana e gli incontri rocamboleschi tra due amici/nemici: il parroco di campagna e il sindaco comunista.
Ma parla di sé calandosi nella storia dell’Italia del dopoguerra, un’Italia in ginocchio, perdente e sconvolta e vuole essere sia don Camillo sia Peppone. Perché la verità per Guareschi non è un ideale paradigmatico tutto d’un pezzo e neanche un sogno penoso e irraggiungibile ma un bene che possiede molte facce, tutte reali e vere, tutte degne di attenzione. Sta all’uomo svelarne il senso e coglierne il significato.
E la sua satira ha questo scopo, ingiusto forse, ma doveroso, perché il nostro autore è un cantore della libera espressione umana.
“Li ho incontrati (…) nella Bassa, li ho presi sottobraccio e li ho fatti camminare su e giù per l’alfabeto” scrive Guareschi nell’introduzione al “Don Camillo e il suo gregge”, il secondo dei racconti, una dichiarazione che funge da prologo e da congedo e che lascia ampio spazio all’immaginazione.
Ci sembra quasi di vederlo sorridere e ridere mentre si accinge a concludere una pagina dei suoi libri o quando scrive invettive contro i comunisti o i democristiani. Lo immaginiamo vestito da prete o da sindaco, severo e sornione, austero e burlone e quasi d’istinto svolgiamo anche noi – con lui – il mestiere dell’autore satirico da sempre, per sua natura, scomodo.
Ricordare Guareschi, dunque, è un vanto tutto italiano ma anche un impegno non indifferente. Perché vuol dire parafrasare la vita di un uomo che ha saputo comunicare ai posteri la vera arte di un genio singolare e ribelle. La sua indole intrepida l’ha reso antifascista e anticomunista, repubblicano e monarchico, critico e storico, politico e diplomatico, ma sempre, comunque, spettatore dell’uomo e della società.
Persino i suoi disegni l’hanno fatto trovare “dalla parte sbagliata” ma la “sua” guerra è ancora oggi una vittoria che continua. Ed è per questo che è lo scrittore italiano più venduto nel mondo.

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(Le foto pubblicate a corredo di questo articolo appartengono a: “Archivio Fotografico Guareschi” e sono state raccolte da Internet, dalla Direzione di questo giornale che è a disposizione dei Signori Alberto e Carlotta Guareschi, per una eventuale richiesta di rimozione).

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