E dall’America una lezione di democrazia!

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E dall’America una lezione di democrazia!

Al confronto, “disgustosa” la politica italiana con le sue risse da cortile

del Direttore (06.11.2008)

“L’uomo che era il mio avversario, il senatore Barack Obama è una brava persona, ed ora è il mio Presidente, il presidente della mia, della vostra Patria, questo grande Paese che è l’America!”
Queste, suppergiù, le parole che ha pronunciato, subito dopo essere stato sconfitto, dal palco di Phoenix, Arizona, John Mc Cain, dinnanzi ad una immensa folla di suoi supporters ed elettori!
Poi: “Il popolo americano ha parlato: sono stato sconfitto e mia è la colpa, NON la vostra!
Ho avuto l’onore di congratularmi, al telefono, pochi minuti fa, con il senatore Obama!”

E quando dalla folla dei suoi sostenitori è partito qualche fischio al nome di Obama, egli subito li ha fermati e…
“No!… No!… Per favore… NO!”, ha subito detto, continuando…
“Il senatore Barack Obama merita tutto il mio rispetto e riconosco il significato profondo, storico, specifico che per alcuni Americani ha significato questo voto”, riferendosi, esplicitamente ai secoli di indicibili sofferenze per la schiavitù prima e per la discriminazione razziale, poi.
“E’ mio impegno fare tutto quello che posso per aiutare il nuovo Presidente a fare il meglio che si può. Dobbiamo sostenerlo, dovrete sostenerlo, per l’America!”
Ha poi aggiunto: ”Il senatore Obama ha raggiunto un risultato grandioso. Ora bisogna aiutarlo. Ora bisogna tutti mettere da parte le divergenze e lavorare insieme, per rimettere in pista questo Paese!”
Onore delle armi, dunque noi diciamo, a John Mc Cain, questo soldato di 72 anni che ancora una volta si è comportato eroicamente.
Ma il neo-presidente eletto non gli è stato da meno, in quanto a eleganza di comportamento.
“John Mc Cain – ha detto Obama nel suo discorso dopo la vittoria – è un eroe, e stasera se noi siamo qui, è anche dovuto al suo sacrificio di soldato!”
E a noi, Lettori, credeteci, dopo una notte passata davanti al televisore a vedere lo spettacolo di democrazia che ha offerto l’America ed a sentire queste parole, questi discorsi uscire dalla bocca dei protagonisti, ci è salito, partendo dalla bocca dello stomaco e andando fino alla gola… un enorme, indicibile… DISGUSTO!
DISGUSTO, per le basse risse da donnicciole e da cortile dei nostri uomini politici: facce di bronzo che hanno il coraggio di dire tutto ed il contrario di tutto, facce poste su figure insulse, grigie e basse di ominicchi!
DISGUSTO, per un sistema politico, il nostro vecchio, stantio, bizantino, levantino, burocratizzato farraginoso sistema politico, che loro… gli ominicchi dicono solo a parole, di voler cambiare. Ma alla fine fanno di tutto perché tutto resti inamovibile, perché loro nel pantano, nel fango ci “razzolano” grassi, beati, felici.
DISGUSTO, per una classe politica, quella italiota che, pur di portare qualcosa alla propria parrocchia e di fare gli interessi della propria bottega, è capace di far affondare il Paese. Una classe politica che ormai ha dimenticato – se mai l’ha conosciuta! – la parola Patria!
Grazie, America, per la lezione di democrazia!
Per una notte ci hai fatto sognare e vivere una favola bella!
Poi, stamattina, ci siamo svegliati con le facce di…
E allora ci siamo accorti ch’era stato solo un sogno.

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