R ò b o t
Le macchine del futuro aiuteranno l’Uomo?
di Anthony Cormaci (26.08.2008)
Sembra fantascienza, invece, é già conclamata l’era della macchine robotizzate.
In effetti, la tecnologia robotica ha fatto passi da gigante in ogni settore e anche nelle “cose” di uso comune che il grande pubblico non sempre avverte.
Ad esempio, anche una lavatrice ha principi robotici. Si sceglie il programma e la “macchina ” fa tutto da sé, aiutata in questo anche da principi matematici applicati alla Robotica. Siamo, tuttavia, nel campo delle applicazioni semplici e di diretta praticità.
La parola “robotica” proviene dal ceco “robota” con il significato di “lavoro pesante” o “lavoro forzato”. Il Ròbot, come si sa, è forse il più famoso automa e androide, metà chimico e metà meccanico della letteratura del primo Novecento. Compare nella pièce teatrale di Karel ?apek Rossum’s Universal Robots (R.U.R.), ha gran successo alle prime di Praga nel 1921 e Londra nel ’23 e diviene poi padre e prototipo di molti altri automi, letterari e non.
Esso stesso però, affonda le radici anche nell’antica tradizione Magico-Esoterica del GOLEM praghese, che trova le sue radici a sua volta addirittura nell’Antico Testamento.
Questo fa capire quanto e da quando, l’uomo abbia sempre inseguito il sogno di qualcuno che lavorasse per lui.
Il Ròbot moderno compare, poi, nei racconti di fantascienza di Isaac Asimov del 1941.
La robotica è una scienza che, studiando i comportamenti degli esseri intelligenti, cerca di sviluppare delle metodologie che permettano ad una macchina (robot), dotata di opportuni dispositivi atti a percepire l’ambiente circostante ed interagire con esso quali sensori e attuatori, di eseguire dei compiti specifici.
La disciplina affonda le sue radici nell’antico desiderio dell’uomo di costruire strumenti che possano liberarlo dai compiti troppo faticosi, noiosi o pericolosi.
Tra i paesi che da tempo hanno effettuato studi e realizzato modelli di sorprendente automazione vi sono il Giappone (primo fra tutti ad inaugurare il filone), la Cina, gli USA e le Aziende Aerospaziali, che hanno studiato e realizzato nel volgere di pochi anni, macchine utilissime che intervengono in zone disastrate e pericolose, in caso di calamità, in caso di contaminazione atomica, nelle zone ove sono posizionate cariche esplosive e nei luoghi di difficile accesso per l’uomo: altresì, macchine che ci hanno consentito anche di sapere come è fatto Marte, facendoci conoscere, in pochi giorni, cose che solo il buon Asimov già citato aveva immaginato.
La macchina ròbot si inerpica, cammina, agisce , registra, filma, seleziona: insomma é uno strumento prezioso per l’uomo.
E’ doveroso comunque ricordare che se la robotica, nella parte realizzativa, é una branca dell’ingegneria in senso lato, in essa confluiscono gli studi di molte discipline sia di natura umanistica come la biologia, fisiologia, linguistica e psicologia che scientifica quali automazione, elettronica, fisica, informatica, matematica e meccanica.
Non molto tempo fa, la IERA (Conferenza Internazionale di robotica e automazione) ha avuto come tema la cosiddetta “robotica ubiquitaria”. Essa spiega che praticamente i ròbot possono fare di tutto e quanto prima saranno nelle nostre case, come – appunto – gli elettrodomestici, fino magari a raggiungere le vette dell’antropomorfismo, trasformandosi in camerieri o cameriere come la Caterina di “sordiana” memoria.
L’applicazione della “robotica” o dei principi robotici anche nel campo delle auto é ampia e tecnologicamente all’avanguardia. E’ un sistema sempre in movimento, rinnovato con una frequenza esponenziale, data la continua ricerca che il mercato esige e il rinnovamento costante che fa diventare “vecchie” e sorpassate le “innovazioni” di qualche anno prima.
La ricerca robotica, inoltre, trova applicazione anche negli studi relativi all’impatto ambientale, al fine di cercare di realizzare il “sogno” dell’auto pulita, anche se è proprio il settore dei trasporti quello che rappresenta, tuttavia, l’anello più debole delle politiche di sostenibilità ambientale.
Le attività di trasporto, si avvalgono oggi per il 98% dei combustibili fossili.
Questa alta percentuale non viene contrastata nemmeno in paesi come l’Unione Europea, nei quali sono stati predisposti strumenti di mercato per il contenimento delle emissioni, a cui hanno fatto riferimento tutte le maggiori innovazioni a livello di Elettronica Robotizzata, finalizzata al controllo delle emissioni di gas nocivi.
Di fatto, l’assenza del settore dei trasporti dal sistema dello scambio europeo delle emissioni (Emission Trading System), rappresenta l’incognita maggiore che grava sul raggiungimento degli obiettivi indicati nel “Protocollo di Kyoto”. Anche se, ridurre il carico inquinante del trasporto su strada é diventato un obiettivo prioritario di ogni politica di sostenibilità ambientale.
Le soluzioni prospettate per l’avvenire, come detto, fanno perno su sistemi innovativi di alimentazione, come ad esempio l’idrogeno, considerato il carburante del futuro, e sulla tecnologia di controllo ad esso collegata.
L'”auto pulita”, insomma, appare un traguardo in buona parte raggiungibile anche con l’alimentazione tradizionale, in attesa che le innovazioni tecnologiche, robotiche, informatiche e chimiche rivoluzionino il mondo dell’automobile e della motorizzazione in genere, a beneficio della salute dell’uomo, fin’oggi già maltrattata da varie sostanze nocive.