Corrado Alvaro
Interprete dell’eredità storica calabrese
di Maria Giovanna Iannizzi (14.12.2007)
Narratore, poeta, romanziere, giornalista, saggista, Corrado Alvaro è uno scrittore regionalista che ha avvertito fortemente il fascino della cultura europea e mondiale, la conflittualità sociale e la diversità dell’uomo contemporaneo. Un “grande dimenticato”, uno dei grandi “eclissati del Novecento” che a cinquant’anni dalla morte rimane sotto molti aspetti impenetrabile. Scrivere di Corrado Alvaro vuol dire raccontare la storia dei popoli tutti e l’angoscia esistenziale dell’uomo calabrese, rievocare nella memoria il realismo del dramma della miseria umana, della diversità dei costumi liberali e delle ideologie dittatoriali, della coscienza delle civiltà. Corrado Alvaro, un figlio del Sud che ha percorso molta strada e che ha saputo tracciare, con la sua poetica epica e drammatica insieme, il suo dualismo tra il mondo della sua origine e quello della città, il cammino della cultura calabrese nella vita nazionale.
Dalle suggestioni culturali del simbolismo decadente e del destino profetico di atavica memoria verista, alla crisi dell’involuzione dell’eredità storica del Novecento, l’arte di Corrado Alvaro, attraverso le immagini ed i colori della storia è un’arte di assoluta unità e di estrema saggezza. Nel romanzo “Quasi una vita”, Alvaro scrive: “L’italiano aspetta sempre una grande fortuna o avventura che non arriva. Ma non dispera”. Quasi una pista, un consiglio per introdurre nei toni popolari la realtà umile e dolorosa dei suoi protagonisti e, attraverso la coralità e sottigliezza di analisi delle vicende, gli elementi magici ed arcaici dello spirito umano, la delicata discrezione della memoria. L’itinerario geografico che lo ha condotto da San Luca, suo paese natale in varie regioni e città italiane e in diverse nazioni europee, gli ha fatto rivolgere la sua attenzione letteraria al passato (Gente in Aspromonte), al presente (L’uomo nel labirinto) e al futuro (Belmoro). L’acuta analisi della libertà dell’individuo, dell’onore, della giustizia, della verità, la concezione olistica della vita, la sua voce particolarmente opportuna lo hanno ribattezzato poeta del mistero, secondo una felice affermazione di Geno Pampaloni poiché considera il segreto come connotato della vita, il segreto degli infiniti “possibili” cui è esposto l’uomo, il segreto del “mondo dolce e clemente” della campagna, della crisi del sentimento e della perdita dell’umanità.
Le tematiche alvariane, il suo messaggio umano e morale, attento allo spazio e al trascorrere del tempo vanno oggi riesplorati e valorizzati. E la grande lezione che egli imparte alle giovani generazioni è quella di non rinunciare agli autentici valori della cultura popolare, di correre il rischio di essere tradizione piuttosto che numero, di non stemperare la propria identità che è legata al futuro del mondo. L’attaccamento alla propria terra e il recupero dei valori morali della tradizione d’origine è presente in tutte le pagine dei suoi scritti, in tutti i personaggi dei suoi romanzi, nella sua discreta religiosità, nella sua vita. E’ convinto (come scrive nell’Ultimo Diario) che ogni uomo deve assumere il proprio impegno di fronte alla storia, che la donna, personaggio più autentico e importate della Calabria, madre del mondo immortale è l’energia che conduce l’uomo alla coscienza di sé, che la speranza supera ogni cosa e vince ogni difficoltà, che la mancanza di amore, di carità e di comprensione sono la causa delle crisi morali del mondo, che l’uomo, per quanto nuovo, cerca sempre la verità e l’assoluto. Alvaro è consapevole che la crisi dell’Europa non è soltanto politica e religiosa ma anche di cultura e di civiltà e auspica un ritorno all’unità, al rispetto della diversità ed alla difesa dell’identità. La prospettiva alvariana punta, dunque, sulla capacità di superare se stessi e di essere se stessi. Con quella di Pirandello e di Moravia, la produzione artistica di Alvaro e la più consistente del secolo. Più che romanziere Corrado Alvaro è uno scrittore di racconti che sa superare il frammentarismo narrativo e assumere una forma nuova e aperta, carica di significati allusivi alla totalità del reale, più strutturata e filtrata. Narrazione atipica, la sua, che oscilla tra pessimismo e speranza, modernità e tradizione, cosmopolitismo e regionalismo. Ogni scritto di Corrado Alvaro è “opera aperta” un’opera che, come afferma Umberto Eco, vuole qualcuno che lo aiuti a funzionare, a riempire gli spazi bianchi e gli interstizi che l’autore, con il non-detto ha lasciato. In un continuum relazionale e spirituale, la poetica di Corrado Alvaro rimane sempre attuale ed il suo rapporto con la Calabria e con il mondo contemporaneo insegna a valorizzare, con il passare del tempo, la figura dell’uomo e dello scrittore.