IO STO CON LA… “GENTE”!
di Alfredo Labate Grimaldi (19.09.2007)
Unanime – tranne qualche sparuta defezione (Di Pietro e Pecoraro Scanio) – l’accusa di “Qualunquismo” all’iniziativa del “vaffa…” di Beppe Grillo e di tutto il circo mediatico che lo stesso sta pompando attorno.
Spettacolarismo? Certo, ma anche, saper cavalcare l’onda al tempo giusto, e poi… ognuno fa la sua politica, e nella maniera in cui la sa fare.
Però, quando sentiamo citare “Qualunquismo”, sempre c’insospettiamo, temendo il significato spesso strumentale e pretestuoso che al vocabolo si vuole quasi sempre dare.
Dietro l’angolo, infatti, quando si dà del “qualunquista” a qualcuno, parola che a detta di molti – vedi i vari “maitre à penser” della intellighenzia corrente – pare che sia una terrificante “mala parola”… si vogliono nascondere sempre mill’altre cose e non sempre tutte edificanti: difesa di veri, puri privilegi di casta; riluttanza a voler dividere o condividere la “torta”… pardon, ci è scappata!…leggasi “condividere il Potere”; e si nasconde soprattutto… il “Vuoto”: anzitutto il vuoto di idee, spesso un vuoto di sano idealismo costruttivo, il vuoto di iniziativa e di inventiva politica, ma, più comunemente, l’impossibilità di una autodifesa, se pur d’ufficio e quella di fare o di dimostrare di aver fatto qualcosa.
Politica non vuol dir altro che “Amministrazione della Polis”, “amministrazione della città” e per estensione, quindi, amministrazione dello Stato.
E in “democrazia” (governo di popolo), l’amministrazione della Polis è affidata al popolo,… alla”GENTE”,… quella “QUALUNQUE, anche se per delega: e… non a vita!
Non è una “mala parola”, Qualunquismo,… anche se finisce, ahilei, deprecatamente, in “ismo”… .
E se i politicanti, poi, ci chiamano “Gente”… e allora… sì che c’incazziamo. E di brutto!
P.S.: In alcune Città Stato della Grecia classica, dopo un solo mandato di rappresentanza in seno all’Assemblea della città, il politico di turno, sia per favorire un certo – oggi si direbbe – turn-over, sia per…evitare tentazioni personalistiche o più semplicemente un certo carrierismo politico, lo si spediva in obbligato esilio, per un certo numero di anni.
Meditate gente… meditate!… dice qualcuno.