Questa volta… “ALTA VELOCITÀ”

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Questa volta… “ALTA VELOCITÀ”

Paghiamo l’Alta Velocità cara e in tutti i sensi, ma… è veramente Alta Velocità o l’ennesima cosa… all’italiana?

a cura di Michele Amirante (12.01.2009)

È di questi giorni la… strabiliante notizia che finalmente potremo viaggiare da Roma a Milano in solo 3 ore e mezza alla velocità di 300 Km. all’ora.

“Finalmente! -si sente dire in giro- adesso anche l’Italia è alla stregua degli altri (pochi) Paesi europei dotati di treni ad alta velocità”…

E così non sarà più da meno della sua “cugina” francese che tutti sappiamo che si è sempre data delle arie di superiorità… e se poi dovessimo fare dei confronti con la Spagna (perché l’alta velocità ce l’hanno anche lì, oltre che in Germania, ecc.) beh, lasciamo perdere, perché ….. ci faremmo veramente una pessima figura!

L’idea di modernizzare la rete ferroviaria europea e di potenziare il traffico su rotaie per decongestionare le autostrade con treni sempre più veloci non è nata ieri; comunque è stata messa in pratica dalla Francia con il TGV (train de grande vitesse) a partire dagli anni ´80. Poco dopo gli altri paesi vicini cominciarono a sognare grandi progetti, linee ad alta velocità, appunto, che avrebbero creato dei “corridoi” capaci di portare la gente dell’Unione Europea da un capo all’altro dello spazio comunitario in men che non si dica.

L’Italia, si sa, e di questo non ne ha colpa, è geograficamente parlando una specie di escrescenza o di appendice che si protende in mezzo al mare con la ben nota forma dello stivale, quindi solo la sua parte “continentale” poteva caso mai sperare di essere attraversata da questo corridoio ferroviario lungo il quale avrebbero sfrecciato i futuri treni. Collegare poi questo corridoio con il resto della penisola per giungere almeno fino alla capitale o ancora più giù era cosa che doveva coinvolgere  in prima persona i nostri governanti di turno. E qualcosa in questo senso (tante chiacchiere e poca sostanza) si è fatto, ma in quanto tempo?

E poi, una volta arrivati a Milano? Il vuoto! Perché per proseguire verso l’ Europa ci sono… le Alpi, che se non sono state un ostacolo insormontabile per Annibale ed i suoi elefanti, lo sono diventate, adesso, per la linea ad alta velocità: infatti nessuno dei progettati valichi alpini per l’alta velocità è stato ancora realizzato. E così, ancora una volta, ed è proprio il caso di dirlo, abbiamo perso…. il treno!

Invece i nostri vicini non hanno perso tempo.

I convogli francesi sfrecciano sotto la Manica, collegando Parigi con Londra, soltanto in un’ora!

La rete ad alta velocità francese continua ed estendersi e presto sarà collegata a quella spagnola, dato che i Pirenei, a quanto pare, non costituiscono un ostacolo insormontabile.

E in Spagna? La storia delle ferrovie spagnole è quanto mai singolare: infatti quando agli inizi del Novecento vennero realizzate  le prime linee a lunga percorrenza che collegavano Madrid con il resto della penisola iberica, fu deciso di adottare uno scartamento di 1670 mm., diverso da quello in uso nel resto d’Europa che è di 1435 mm. Il motivo fu che a causa dei dislivelli da superare si era deciso di utilizzare delle locomotive molto più potenti e, di conseguenza, più larghe. Di fatto poi non risultò essere una scelta particolarmente azzeccata che, oltretutto, ha creato non poche difficoltà per le linee internazionali dato che i viaggiatori e le merci in un primo momento, giunti alla frontiera spagnola, dovevano trasbordare su treni a scartamento europeo. Ma… le difficoltà aguzzano l´ingegno e negli anni `50 si inventò un sistema che permetteva di sostituire gli assi delle ruote, eliminando così il complicato trasbordo di passeggeri e merci. Negli anni ´60 il sistema venne perfezionato adottando degli assi di lunghezza variabile che si adattavano automaticamente al diverso scartamento, ma era pur sempre una soluzione di compromesso.

Si avvicinava intanto il  `92, anno della Expo di Siviglia commemorativa del fatidico 12 ottobre di cinquecento anni prima…. E che cosa si inventano gli spagnoli? Un collegamento diretto Madrid-Siviglia (550 km. circa) da realizzare a scartamento europeo per uscire definitivamente dall’ isolamento ferroviario a cui erano stati fino ad allora costretti, su cui far viaggiare dei treni ad alta velocità del tipo di quelli già in servizio in Francia! Nasce così l’ AVE,  alta velocidad española, (la cui sigla gioca tra l’altro sul fatto che la parola ave in spagnolo vuol dire, genericamente, uccello o volatile che dir si voglia, cioè qualcosa che vola, insomma), che collega Madrid con Siviglia in poco più di 2 h!

Ma questo non era che il primo passo di un progetto molto più ambizioso: dotare tutta la Spagna di una rete ferroviaria ad alta velocità, collegata a quella francese e quindi europea.

Sono passati poco più di dieci anni e questo progetto, non senza qualche polemica, è però ormai quasi una realtà con il completamento, agli inizi di quest’ anno, della linea Madrid-Barcellona  (km. 620  in 2 H e trenta minuti) che insieme alle altre linee ad alta velocità già in servizio va configurando una ragnatela di linee ferroviarie che permetterà di raggiungere ogni punto della Spagna e di proseguire verso la Francia e il resto d’ Europa.

Per tornare a quello che è l’ argomento del giorno, se la matematica non è un’ opinione, mi risulta che un treno che viaggia a 300 Km/h dovrebbe coprire il percorso Roma-Milano in un paio d’ore scarse, a meno che la distanza tra Roma e Milano non si sia nel frattempo raddoppiata! Quel che succede è che si dimentica di precisare che lungo questo percorso, i tratti in cui i convogli possono sviluppare questa velocità sono limitati a una manciata di kilometri!…

A quando, allora, l’effettiva alta velocità, di nome e di fatto? In Italia, si sa, i tempi per le infrastrutture sono biblici: da circa quarant’anni si aspetta che venga deciso il tracciato per il completamento dell’ autostrada tirrenica da Civitavecchia a Cecina,  quindi è da supporre che anche la realizzazione di una efficiente rete ferroviaria  ad alta velocità la tirerà per le lunghe!

E allora, invece di contrabbandare la notizia del nuovo collegamento Roma-Milano in solo 3 ore e mezza – come se fosse una specie di primato della tecnologia e dell’ efficienza italiane! – diciamo piuttosto come stanno realmente le cose, e cioè che l’ Italia, in quanto ad alta velocità, è in ritardo di quasi trent’anni rispetto ad altri Paesi europei!

I Paesi più industrializzati, intanto, si stanno accorgendo che anche l’ alta velocità ha dei limiti e in Giappone, Germania, Inghilterra, Olanda e Stati Uniti stanno sperimentando già con successo i treni elettromagnetici che, levitando sulle rotaie, raggiungono i 500 Km/h.!

E noi…  quando viaggeremo da Milano a  Reggio Calabria in un paio d’ore?

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