“Social card”… ma è la tessera di Povertà!

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“Social card”…  ma è la tessera di Povertà!

O meglio non altro che il Buono delle Dame della San Vincenzo d’una volta

di Aellegi (31.07.2008)

L’hanno voluta rendere raffinata inglesizzandola e con la speranza che non si capisca… l’hanno chiamata pure “Bonus sociale”… “card sociale” -quanto fine fa questo Inglese! – ma, chiedendo scusa alla Società di San Vincenzo de’ Paoli che si è da molto, adeguata ai tempi, non è altro questa… “social card” che il vecchio buono che le pie dame della San Vincenzo d’una volta, con molta discrezione, mettevano nelle mani delle povere donne, perché andassero a fare un po’ di spesa,  per poter mettere qualcosa nella pentola, sul focolare.
Da decenni i “buoni” sono scomparsi anche alla San Vincenzo, ma si vede che lo Stato ha nostalgia dei tempi del “padrone delle ferriere”, quando i poveri li si trattavano con mal celati magnanimità e paternalismo.
Si vede che lo Stato ignora che ci sono state varie rivoluzioni sociali e di costume, intanto, e si vede pure che crede che con 400 euro all’anno, essi… -i poveri… diamo il vero nome ai concetti!- possano risolvere i loro problemi di sussistenza e sopravvivenza.
Rimane solo che a Natale, il Berlusca si presenti nelle case degli italiani poveri col “panettun” da euro 1,99 e la bottiglia di spumante da 95 centesimi, comprati in stock, a prezzo di realizzo in qualche hard-discount, ma con consegna, condizionata alla esibizione della… “social card”!
Sarà creato un Fondo di sostegno alle persone anziane e deboli (apprezzato eufemismo per dire… “poveri”) per “acquisti di prodotti di base alimentari ed energetici” ha dichiarato in conferenza stampa il Ministro dell’Economia, prof. Giulio Tremonti.
Stiamo definendo un sistema – ha continuato Tremonti – per il quale con una carta prepagata, una persona possa acquistare in assoluta riservatezza (???… N.d.r.) beni alimentari scontati. E’ solo l’inizio, ma è meglio questo che niente. La carta sarà consegnata alle Poste, quando si riceverà la pensione“.
E quelli che… non ricevono alcuna pensione?
Sì, perché in Italia, ci sono ancora categorie di persone che non ricevono alcuna pensione.
La prima categoria che ci viene in mente: quella delle donne -e spesso in età non più giovane – che ricevono un miserevole -quando i signori mariti glielo passano, perché il più delle volte, al riguardo, sono latitanti!…- un miserevole, dicevamo, assegno di mantenimento, nei casi di separazione legale o divorzio.
E forse non sapete – e questa è una cosa veramente indegna- che, anche su questo miserevole assegno, che nella stragrande maggioranza dei casi, non supera i 500, 600 euro mensili, la moglie separata o divorziata deve fare annuale denuncia dei redditi!
E oggi, ci sono più “veri poveri” tra i coniugi separati o divorziati che nella… categoria dei meno abbienti, intesi come nella classica accezione sociale.
Ma questo è un altro discorso!…
Quindi… 400 euro all’anno… avete capito bene???
Sì, non avete letto male, Lettori, no… non è un refuso di stampa: lo ripetiamo ancora, a scanso di equivoci o peggio di illusioni e ad evitare magari che qualcuno si precipiti a prenotare caviale e champagne.
Gli euro 400 sono… A  N  N  U  I  !!!…
Ecco, per dovere professionale l’abbiamo voluto scrivere a chiare lettere.
Quindi, chi di voi aveva già infilato la porta per correre a prenotare champagne, torni pure indietro!
Diciamola: è una elemosina!
E, certo, siamo in linea con la categoria di persone cui si concede: è ai poveri, infatti, che si fa l’elemosina!
E non risolverà nessun problema esistenziale.
E questo è tristissimo!
Con un rischio e ben concreto, poi… nella realtà.
Che questo contributo venga erogato anche ai “poveri-ricchi” che nel nostro Paese sono, invece, tanti, e più che non si creda.
Con il rischio che questa card… oh, pardon!… questa “social card” cada nelle mani di poveri pensionati che al Fisco risultano pensionati e poveri, ma che poi fanno qualche lucrosissimo mestiere, naturalmente in nero!
E qui, signori, oltre alla risibilità dell’assegno, si aggiungerebbe anche la beffa per i “poveri-veri”!
Non si vuol capire -e lo si capisce il perché, in quanto verrebbero ad essere colpite le categorie che siedono nell’assise di Confindustria… – che in questo Paese l’unica strada seria percorribile per combattere l’indigenza, è quella di una politica seria dei prezzi!
Ma… si dice che questo è un Paese “liberista” e non si può…
Non è vero: è che non si vuole.
E non lo si vuole, diciamolo chiaramente, anche nel partito d’opposizione.
Si è sbagliato a non VOLER fare una politica dei prezzi all’epoca dell’introduzione dell’Euro e si continua, più che maldestramente, con apparente disonestà, a perseguire cure che non curano, con detassazioni che non risolvono, con card che sono vergogna per la dignità del cittadino e lo lasciano egualmente alla fame!
Ma in compenso… diciamolo, almeno una lato buono della cosa, c’è.
Anche i “poveri” potranno dire:… “Ora una card nel portafoglio… ce l’ho anch’io!”

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