6 maggio: in ricordo di 1001 Morti

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Il campanile

6 maggio: in ricordo di 1001 Morti

1000 del terremoto in Friuli e di… Valentina

a cura del direttore (05.05.2008)

32 anni fa 1000 morti sotto le macerie d’un Friuli, alle nove di sera.
E poi, non importa l’anno, ma sempre il  6 di maggio, e sempre alle nove di sera… si seccò di colpo, all’improvviso, un fiore in boccio di diciott’anni soltanto…  si chiamava Valentina…

ValentinaCari Lettori, vogliamo prendere questo dolore di pochi, a simbolo del dolore di molti, vogliamo prendere questo sei di maggio a simbolo delle moltitudini di morti dovute alla pazzia della Terra. Vogliamo prendere questo 6 maggio… a simbolo della morte dei ragazzi…
Due i simboli e numerici, quasi in accostamento esoterico, 1000 e 1: simboli di morti tragiche, improvvise: collettive, perché catastrofiche, le prime; la morte d’una ragazza…  ed  è “contro natura” che una madre debba seguire il funerale d’una figlia e debba a Lei sopravvivere, l’altra.
Morti assurde di mille tra uomini, donne, bambini vecchi, raccolti tra i loro muri dove si sentivano al sicuro, rimasti sfracellati dai sassi delle loro stesse case, tra urla disperate che attraversano il boato del terremoto, “dell’orcolàt” (come dicono qui), che s’è risvegliato, una già tiepida sera di maggio…
… Ed una bianca vergine nuda, quasi novello olocausto -a quale dio pagano non si sa- ch’è portata, come santa, tra le braccia d’un padre e d’una madre disperati, ammutoliti da dolore senz’ eguali.
Io innanzi a voi sto, Morti di Glemone, Osopp, Venzon, Buje, Tricesim, Udin, e a Te, Valentina, vergine santa, e martire d’un avverso fato, in silenzio sto, non di preghiera, ma di ricordo e sacra meditazione, oggi 6 maggio… a quelle  nove della sera!

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