Copiare talvolta è d’uopo, anzi… dovere
di Alfredo Labate Grimaldi (27.09.2007)
Alle Elementari, ci dicevano:”Non si copia!”
Ma chi non l’ha mai fatto?
Specie per quei problemi della famosa vasca da bagno che perdeva sempre. Vi ricordate? In tutt’Italia, non c’era una, diciamo una, vasca da bagno che non perdesse!
Oggi, in tempi di “marchi”, è vietato copiare articoli di marche, o prodotti tipici. Ed è pure giusto.
Però, umanamente, chi può negare alla ragazzina, il piacere di sfoggiare, alla domenica, un jeans di marca che, di marca poi non è?
Ma, quando una persona riesce più e meglio in una certa cosa, qui, Signori, copiare è d’uopo… anzi, dovere!
E allora, …perché, quando vediamo una cosa che funziona, in un altro Paese,… perché non la copiamo!
E quando, per esempio, vediamo che in Danimarca, la flessibilità nel campo del lavoro, ideata ed applicata in maniera diversa ha dato frutti e non pene, come qui in Italia, perché non copiare il “compitino”!
L’Italia è piena di Commissioni che spesso fanno anche discutibili viaggetti all’estero – con svariato Personale e parentado al sèguito – con motivazioni che non stanno né in cielo né in terra. Perché all’estero non c’andiamo per davvero, ma per vedere, studiare, capire come mai il nostro vicino di banco, in una certa, data materia, prende sempre dieci e noi, sempre… cinque?
Il farlo non è vergognoso, ma dimostra umiltà, ch’è sempre intelligenza.
Il non farlo, rifiutandosi a priori, al mio paese si dice “esser asini e presuntuosi”.
Chiedendo scusa agli asini… s’intende.