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TRAFALGAR  SQUARE,

Saturday, 23rd May 2009, at 3 pm

05.06.09 dalla ns.corrispondente da Londra

Come ogni sabato, Trafalgar Square gremita di gente come sempre….
Ragazzi che si arrampicano sui famosi leoni, macchine fotografiche che riprendono visi rilassati al sole.
In un angolo della piazza, però, facce diverse, arrabbiate…
Gli abiti non sono leggeri come quelli dei turisti, ma appesantiti da mantelli e festoni di stoffa pesante.
Visi truccati, sudati, dietro maschere funeste che stanno a ricordare la morte di vittime della guerra di strada tra pacifisti e Polizia.Talvolta semplici persone che tornano a casa, e si ritrovano nel mezzo di una rissa, colpiti per colpe che non


hanno, abusati da un potere che ci salvaguarda dal crimine, un potere che come i soldati in guerra colpisce seguendo i canoni di una guerra “intelligente”, guerra giusta perchè “mirata” …ma quali sono i target a cui si mira?
Voce non specificata.
E quali sono i nomi di quelli che hanno sbagliato mira?
Informazione non trovata….
E allora continua il cammino verso Scotland Yard….
La polizia costeggia la folla….
Una guerra fatta di parole… rimproveri… urla per chi non sente o non vuole sentire.
La sorella di un ragazzo, vittima della violenza della polizia, urla al megafono la sua rabbia, accanto a una bara fasulla ma altrettanto d’impatto… un drago rosso impera sulla folla, cartelli che cercano la pace si addossano al di sopra delle teste dei manifestanti.
E’ a Scotland Yard che si chiude il cerchio, letteralmente… perchè ci chiedono di prendere un palloncino nero, testimone metaforico delle vittime di questo insano abuso di potere, e poi dicono che dobbiamo tenerci per mano e finalmente liberare i palloncini lasciandoli volare fino ai piani alti di Scotland Yard Building, e oltre.
Una cerchio di persone, come un girotondo di bambini e di fronte ancora lei, la Polizia a guardare ed essere guardata.
I ricordi in quel volo delle vittime di dimostrazioni del passato…incluso il G20, con la morte di Ian Tomlinson, incluso il G8 nella mia mente con le testimonianze che ancora oggi fanno rabbrividire all’idea di tanta violenza gratuita su uomini, donne e persone anziane.
Video, giornalisti, occhi che registrano e ricordano e ripropongono chiare e indiscutibili accuse a cui nessuno risponde, che spesso nessuno paga. A parte le vittime stesse.
Ma continuiamo ad usare le armi che conosciamo e continuiamo a denunciare quello che continua ad accadere.
I palloncini non bastano… le scritte non bastano… e neanche le urla.
Le parole non bastano a fermare la violenza.
Ma di certo la violenza non ha mai fermato la  PAROLA!

LUIS

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